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6 luglio 2007, ore 19.00: Omaggio a Sèmbene Ousmane, il vecchio saggio del cinema africano

Sèmbene Ousmane: l’ultimo griot

Partecipano: Ali Baba Faye – Premio Mediterraneo per la Pace e la solidarietà, Jean-Léonard Touadi – Assessore alle politiche giovanili, Maria Coletti – Associazione Yeelen e il musicista griot senegalese Badarà Seck.

 

Letture e proiezioni da testi e film di Sèmbene Ousmane.

Sembène Ousmane, il vecchio saggio del cinema africano, è morto a Dakar il 9 giugno 2007 all’età di 84 anni, dopo mesi di malattia: il cinema africano è ormai orfano di uno dei suoi padri. Nato nel 1923 a Ziguinchor in una famiglia di pescatori partecipa alla Seconda Guerra Mondiale nelle file dell’esercito francese. Dopo la guerra arriva a Marsiglia dove s’iscrive al partito comunista francese e inizia la sua attività di sindacalista.

All’inizio degli anni ’50 si dedica alla letteratura e nel 1956 esce il suo prima romanzo Le Docker noir (Lo scaricatore nero), un opera autobiografica sull’esperienza dei lavoratori africani all’estero. Nei primi anni ’60 inizia ad avvicinarsi al cinema, sua antica passione, e decide di frequentare la scuola di cinema di Mosca e nel 1962 gira il suo primo cortometraggio, Borom Sarret (Il Carrettiere).

Il 1966 è un anno storico per il cinema africano perché Ousmane realizza La noire de… (La Nera di…) che è il primo lungometraggio di finzione del regista senegalese e anche del cinema africano.

Tra i suoi film: Ceddo (Il popolo, 1977), Campo Thiaroye (Campo Thiaroye, 1988) e Guelwaar (id., 1992) entrambi presentati in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.

L’ultima fatica cinematografica di Sembène Ousmane è stata Moolaadé (id. 2004), tra i pochi film africani ad essere stati distribuiti in Italia. Ci ha lasciato con un’ultima intensa opera nella quale non ha abbandonato l’attenzione per i conflitti e i cambiamenti in atto nella società africana.

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