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I consigli di GRIOT per l'estate 2017!

Anche questa estate GRIOT vi propone la lista con le migliori pubblicazioni degli ultimi mesi. Romanzi, saggi e fumetti, la lista è lunga!  Tutti i titoli saranno disponibili in libreria fino al 4 agosto con il 10% di sconto.
 
I NOSTRI PREFERITI
 

Hisham Matar, “Il Ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro” (Einaudi, 2017). Premio Pulitzer 2017 per l’autobiografia, è il “racconto struggente e potente di un ritorno in patria, quello dell’autore stesso, dopo un esilio durato più di trent’anni, e della ricerca di un padre scomparso, il suo. Ma è anche un’autobiografia, un diario, una cronaca giornalistica, un giallo, un lungo poema in prosa e un volume di storia recente sulla Libia.” (Chiara Comito “Internazionale”).  Qui il video di Hisham Matar che legge alcune del libro pagine da GRIOT 

James Baldwin, Raoul Peck, “I’m not your negro”- libro e dvd (Feltrinelli, 2017)

Ispirandosi a uno scritto di James Baldwin sul progetto di un libro sulla vita di Medgar Evers, Malcolm X e Martin Luther King jr., Raoul Peck crea un documentario che è uno schiaffo agli spettatori. Partendo dal passato del movimento per i diritti civili degli americani neri arrivando fino al presente di #BlackLivesMatter, Peck mette in relazione le parole di Baldwin di 50 anni fa con quello che gli Stati Uniti e il mondo occidentale sono diventati oggi.

Giulia Caminito, “La grande A” (2016, Giunti).

Giada, dalla pianura padana in cui imperversa la II guerra mondiale, raggiunge la madre camionista e contrabbandiera in Eritrea, dove vivrà fino all’età adulta insieme alla comunità italiana delle ex-colonie. “Romana al suo esordio, Giulia Caminito non ha ancora trent’anni ma è tra i pochi scriventi degni di essere chiamati scrittori, ché la sua è una scrittura originale e sicura, frasi brevi, continui a capo, osservazioni che vengono da azioni, concretezza e curiosità da adolescente, qui per la storia di famiglia e per quella più grande, vista bensì dalle vicende di una famiglia (o stirpe) non rara.” (Goffredo Fofi, Internazionale)

Teju Cole, “Città aperta” (Einaudi, 2013)

Il romanzo d’esordio che ha reso lo scrittore nigeriano una delle voci più promettenti dello scenario letterario contemporaneo. Julius, figlio di madre tedesca e padre nigeriano, si è trasferito a New York da adolescente e guarda la città, le sue strade, i suoi abitanti con gli occhi di un outsider. Di casualità in intenzione, Julius si muove nelle geografie newyorchesi incontrando persone di ogni classe e cultura, lasciando che ogni impressione si depositi sul fondo della coscienza e da lì, come cerchio in uno stagno, si propaghi ad altri cerchi, ad altre impressioni.

Dany Laferrière, “L’arte ormai perduta del dolce far niente” (66th and 2nd, 2016)
Scriviamo proprio per uscire dal nostro corpo e dal posto da cui viviamo. Per essere un’altra persona. Io scrivo nella lingua di chi mi legge». Così Laferrière abbatte le barriere tra popoli, tra lettore e scrittore. E, come un Diderot contemporaneo, si concede il tempo di divagare sugli argomenti più disparati – il corpo e i cinque sensi, l’amore e la guerra, la musica e la pittura, la Storia – ma soprattutto riflettere sulla vita, perché l’arte del dolce far niente altro non è se non l’arte di vivere.
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LE NOVITA’ DALL’AFRICA 
 
Chimamanda Ngozi Adichie “Quella cosa intorno al collo (Einaudi, 2017)

Raccolta di dodici racconti pubblicati nel 2009, finalmente pubblicati, “Quella cosa intorno al collo” esplora il tema dell’emigrazione dalla Nigeria agli Stati Uniti, tema che sarà fondamentale in “Americanah”, successivo romanzo della scrittrice nigeriana. Adichie esplora i problemi di chi rimane in Africa e i problemi che affrontano quelli che riescono a trasferirsi oltreoceano con lucidità e compassione.

 

José Eduardo Agualusa, “Teoria generale dell’oblio” (Neri Pozza, 2017)

Durante la liberazione dell’Angola dal Portogallo la portoghese Ludo Fernandes Mano si rinchiude per 28 anni in un palazzo di Luanda annotando e disegnando le sue infinite giornate. Il prolifico scrittore angolano Agualusa traduce questi diari in un romanzo, storia di una follia e di una intera nazione, confermandosi uno dei più importanti autori di lingua portoghese.

Odafe Atogun, “Un canto libero” (Frassinelli, 2017)
Il famoso musicista Toduno torna in Nigeria dopo alcuni mesi di esilio per combattere una personale battaglia contro un dittatore sanguinario che ha appena preso il potere nel suo paese. Lo scrittore nigeriano Odafe Atogun debutta con una storia chiaramente ispirata all’epopea di Fela Kuti, scritta con toni kafkiani, una prosa divertente e un impegno dirompente.
 

Gael Faye, “Piccolo paese(Bompiani, 2017)

Romanzo di esordio di Gael Faye, rapper franco-burundese, è la storia Gabriel, bambino africano che durante la guerra tra tutsi e hutu scopre di essere un meticcio, non classificabile nella spietata economia del genicidio. La guerra renderà scontata la scelta tra due continenti e tra due destini: il padre lo porta in Francia, la madre distrutta dai lutti resterà in Burundi, ma per lui ci sarà il tempo di tornare nel “piccolo paese” dove prima della guerra erano gli affetti.

Yaa Gyasi, Non dimenticare chi sei (Garzanti, 2017)

Giovanissima autrice americana di origini ghanesi, Yaa Gyasi con questo libro ha già vinto numerosi premi ed è stata pubblicata in tutto il mondo. Storia di due sorelle che non si conoscono e dei loro discendenti che ricostruiranno le loro radici intrecciate, grazie a una collana sopravvissuta nei secoli a migrazioni, sterminio e schiavitù.

 
 
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CLASSICI
 
Joseph Ki-Zerbo, “Storia dell’Africa nera” (Ghibli, 2016).  Ki-Zerbo, intellettuale, sindacalista e politico burkinabé, negli anni settanta ha curato una monumentale storia dell’Africa per l’Unesco. E’ considerato l’iniziatore degli studi storici africani. Il volume di Ghibli è la riedizione di un suo testo pubblicato da Einaudi nel 1972.
 
 

Chinua Achebe, “Le cose crollano” (La nave di Teseo, 2016). Ritradotto e finalmente ripubblicato, il classico di Chinua Achebe “Things fall apart” è considerato il primo romanzo africano in lingua inglese. Un libro che non deve sfuggire, non solo agli appassionati di Africa. Primo libro di una trilogia, è la storia di un guerriero Ibo il cui orizzonte personale e culturale viene completamente messo in crisi dall’arrivo degli europei.

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SAGGI 

Collettivo Idrisi, “Prima che parli il fucile” (Mesogea, 2017)

Nel 2011, nel primo periodo della rivolta siriana, Omar Aziz torna nella sua città di origine, Damasco, dopo un lungo periodo passato all’estero. Normale cittadino sessantenne e borghese, scrive un manifesto teorico-pratico sulla rivoluzione non violenta e in pochi mesi organizza e promuiove la nascita dei Consigli Locali nei quartieri di Damasco. E’ stato imprigionato dal regime di Assad nel 2012 ed è morto in carcere in circostanze non chiare nel febbraio del 2013. Questo libro, frutto di un lavoro collettivo di esperti, ricostruisce il suo pensiero e la sua storia.

Achille Mbembe, “Necropolitica” (Ombre Corte, 2017)

Scritto nel 2003, il saggio del più importante filosofo africano, è – se possibile – ancora più attuale e fondamentale oggi rispetto a quando è stata pubblicata la sua versione originale. Fondando la sua riflessione su Arendt, Agamben, Foucault, Gilroy, traccia la genealogia dei poteri di morte che esprimono nella nozione di sovranità la loro essenza più cupa.

Chimamanda Ngozi Adichie “Cara Ijeawele. Ovvero quindi consigli per crescere una bambina femminista” (Einaudi, 2017) 

Chimamanda Ngozi Adichie dopo aver spiegato “perché” dovremmo essere tutti femministi in questo nuovo libro ci suggerisce “come” esserlo. Manifesto scritto in forma di lettera a un’amica neomamma, ha uno sguardo confidenziale eppure politico. La sua voce, che sa essere intima e allo stesso tempo universale, ha saputo dare vita a un manifesto necessario in un presente in cui dobbiamo imparare a vivere la differenza per poterci ancora dire umani.

Ta-Nehisi Coates, “Un conto ancora aperto” (Codice Edizioni, 2017)

L’acclamato giornalista e saggista Coates, dopo aver analizzato la precaria condizione del corpo dei neri negli Stati Uniti in “Tra me e il mondo”, in questo libro affronta un tema mai affrontato nello scontro razziale americano: il risarcimento ai neri che hanno affrontato una storia di schiavitù, di negazione dei diritti elementari e dell’identità personale. Ancora oggi alcuni di questi diritti non vengono garantiti, anche quelli che hanno fondato gli Stati Uniti come la proprietà di un’abitazione.

Marina Calculli e Francesco Strazzari, “Terrore sovrano” (Il Mulino, 2017)

Il libro ricostruisce l’emergere delle reti jihadiste in Europa e in Medio Oriente, evidenziando i legami tra terrorismo e sovranità nazionale in territori smembrati e perduti. Secondo la tesi dei due esperti di Medio Oriente e Relazioni Internazionali si sta superando l’approccio multilaterale ai conflitti internazionali per entrare in una fase postliberale.

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FUMETTI 

Ta-Nehisi Coates, “Pantera nera. Vol. 1 e 2” (2016/7 Panini Comics)

Lo scrittore americano Ta-Nehisi Coates scrive le nuove avventure di Pantera Nera, supereroe Marvel nato nel 1966. Sovrano, protettore e leader religioso del Regno di Wakanda, nazione dell’Africa subsahariana tra le più ricche e tecnologicamente avanzate della Terra, è uno degli uomini più intelligenti del mondo, un veterano dei Vendicatori, uno dei più influenti vertici politici globali e un membro degli Illuminati che ha deciso di mettere la sua vita, il suo genio, la sua fortuna, e i suoi poteri al servizio dell’umanità. Il personaggio è stato il primo supereroe nero della Marvel.

Laura Silvia Battaglia e Paola Cannatella, “La sposa Yemenita” (Becco Giallo, 2017) 

Laura Silvia Battaglia, giornalista freelance e documentarista di base a Sana’a, racconta in forma di fumetto la sua storia personale e soprattutto racconta di un paese, lo Yemen, poco rappresentato in Italia. La cultura, le donne, i legami famigliari, il rapporto con i non musulmani, la guerra, tutto entra in questo reportage a fumetti di una delle più brave giornaliste italiane nell’area.

Zeina Abirached, “Il piano orientale” (BAO, 2016)

Il nuovo fumetto dell’ acclamata autrice libanese Abirached è l’intreccio delle storie del libanese Abdallah Kamanja – ovvero di Abdallah Chahiné, creatore negli anni Cinquanta del “piano orientale”, cioè un pianoforte capace di riprodurre i quarti di tono necessari a suonare la musica mediorientale – e di Zanzoun, pronipote di Abdallah e alter-ego dell’autrice, che vive divisa tra Parigi e Beirut oggi, e sperimenta il mescolarsi delle sue due identità.

Takoua Ben Mohamed, “Sotto il velo” (Becco Giallo, 2016)

Divertente e ironico resoconto a fumetti di cosa voglia dire essere una giovane donna musulmana (per di più velata!) in Italia ai giorni nostri. Takoua Ben Mohamed è cresciuta a Roma e fin da adolescente si è occupata di dialogo interculturale e interreligioso, anche attraverso l’arte del fumetto.

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G. Matteo, Somalia, le ragioni storiche del conflitto, Edizioni Altravista 2008


La Somalia rimane caratterizzata da una spiccata frammentazione politica, economica e sociale, la quale se da un lato ha ridotto drammaticamente le possibilità di riconciliazione e di ripristino di un qualsiasi apparato statale, dall’altro ha prodotto nuove e importanti opportunità per ben definiti gruppi di interesse…Ma come si è arrivati a tutto questo? Quali sono le responsabilità politiche delle élite somale e della comunità internazionale?
Matteo Guglielmo è dottorando in Africanistica all’Università degli studi “L’Orientale” di Napoli con un progetto di ricerca sulla “Dimensione Regionale della Crisi Somala”. Collabora inoltre con il CeSpi (Centro Studi di Politica Internazionale).Autore di diversi articoli, tra cui: “La crisi di confine tra Eritrea ed Etiopia apre un altro fronte in Somalia”, in Afriche e Orienti: rivista di studi ai confini tra Africa e Mediterraneo, anno VIII, n. 3-4, 2007; e “Rebus Somalia: tra politica e terrorismo”, in Limesonline.
G. Matteo, Somalia, le ragioni storiche del conflitto
192 pp. – Altravista: 2008
ISBN: 978-88-95458-07-6
18 Euro.

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Léonora Miano, I contorni dell'alba, Epoché 2008

“Adesso vivere tocca a me. Ho valicato la montagna. Sono sul versante opposto al disastro”.

Nell’immaginario Stato africano dello Mboasu, la guerra civile è finita lasciandosi dietro morte e distruzione. Nei quartieri malfamati di Sombé, la capitale, pattugliati da gruppi di ribelli riconvertiti in trafficanti, ormai prevalgono la legge della giungla e la superstizione. A farne le spese sono i più piccoli: gli adulti, nella loro follia, li ritengono la causa dei mali che li affliggono e li allontanano. Così Musango, di appena nove anni, viene cacciata via da sua madre, che la accusa di stregoneria. Sola, senza famiglia né appoggi, la bambina viene presa e venduta come schiava. Nonostante le mille peripezie e i pericoli, si attacca con tenacia e lucidità a un’unica speranza: ritrovare sua madre e fare i conti con il passato per potere, finalmente, pensare a un futuro.

Léonora Miano è nata a Douala (Camerun) nel 1973 e vive a Parigi. Notte dentro, il suo romanzo d’esordio, è stato giudicato dalla rivista francese “Lire” come migliore opera prima del 2005 e ha vinto numerosi premi letterari: Les lauriers verts de la forêt des livres – Révélation 2005, Prix Louis Guilloux 2006, Prix Montalambert du premier roman de femme 2006, Prix René Fallet 2006, Prix Bernard Palissy 2006, e il Premio Grinzane Cavour 2008 nella sezione Giovane Autore Esordiente. I contorni dell’alba ha ottenuto il prestigioso Prix Goncourt des Lycéens.

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Nurridin Farah, Nodi, Frassinelli, 2008

Tornare alle origini, a volte, è l’unico modo per andare avanti. Come per la protagonista Cambara, somala di nascita ma cresciuta a Toronto, crocevia di tradizioni opposte ma destinate a convivere in lei. Il suo viaggio di ritorno a Mogadiscio è il disperato tentativo di ritrovare se stessa, rivendicando la casa di famiglia occupata dai signori della guerra. Ad aiutarla, un gruppo di attiviste somale che lavorano per portare la pace in un paese devastato dalla violenza. Negli occhi di Cambara vediamo lo sguardo saggio e cosmopolita di Farah sul mondo musulmano e sulla capitale somala, ridotta a uno stato di disperazione e violenta anarchia. Il viaggio di questa donna straordinaria è lo stesso intrapreso dall’autore che per la sua patria non ha mai smesso di lottare e, soprattutto, di sperare.

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TT. Fons, “Goorgoorlou, un eroe senegalese”, Lai Momo, 2008

Goorgoorlou
Goorgoorlou

Goorgoorlou rappresenta l’uomo medio senegalese, l’eterno disoccupato, che si arrabatta lungo le strade di Dakar con l’obiettivo di recuperare qualche soldo per il sostentamento quotidiano della famiglia. Accanto a lui troviamo sua moglie Diek, suo figlio Modou Goor, il suo amico Tapha nonchè molti personaggi pubblici rappresentativi del suo ambiente. Il personaggio di Fons è un vero e proprio culto in Senegal, grazie alla pubblicazione sul settimanale satirico “Le Cafard libéré” e alla trasposizione del fumetto in un telefilm trasmesso quotidianamente alla Radio Télévision Sénégalaise.