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Dal vodoo ad Haiti: Aperitivo incontro con la coreografa Lucina de Martis

Sabato 21 Febbraio, ore 18.00: Dal vodoo ad Haiti. Aperitivo incontro con la coreografa Lucina De Martis, accompagnata dal ritmo del percussionista Massimo Carrano.

Le danze Afro Haitiane rappresentano un percorso interiore attraverso la memoria, i ricordi, la nostalgia. La schiavitu’ e la sofferenza di un popolo che danzando i loà ritrova nel suo passato la forza per conquistare la liberta’ e un raro momento di aggregazione. La danza ad Haiti non è un’arte separata, ma una parte di tutto il complesso del vivere. La gente danza la semina, il raccolto, il corteggiamento, la bellezza, la nascita, il sole, la pioggia, il gioco, il combattimento… Musica e danza sono intimamente associate al culto, tanto che si può parlare di rituali danzati. Ogni rituale ha ritmi caratteristici e i tamburi sono gli strumenti principali, considerati sacri, perché la loro voce appartiene a un dio.
Lucina De Martis, danzatrice, insegnante e coreografa, parlerà delle danze afro-haitiane e dei loro significati rituali, accompagnata dai tamburi di Massimo Carrano.

“Si può danzare il mare chiamandolo Metre Agwè,
o sentendo la sua energia,
si può danzare la bellezza chiamandola Erzulie,
o esprimendo quello che per noi è la bellezza,
si possono danzare i nostri antenati che sono diventati dei,
o sentendo il legame che noi abbiamo
con la nostra storia e il nostro passato;
il percorso interiore per esprimersi è individuale,
la tecnica dà al nostro corpo la possibilità di farlo.
Lucina De Martis: Dopo aver conseguito il diploma per l’insegnamento della danza afro-haitiana presso l’Alvin Ailey American Dance Center di New York, Lucina De Martis soggiorna ad Haiti, al fianco di Madame Lavinia Williams direttrice artistica e coreografa della Compagnia Nazionale di Danza Etnica e Balletto di Haiti, per approfondire lo studio delle danze rituali voodoo. Ritorna in Italia nel 1982 ed inizia la sua attività didattica e coreografica che non ha mai interrotto.
Massimo Carrano: musicista, compositore e insegnante di multipercussioni, è il fondatore del metodo di “sensibilizzazione ritmica”. Per Massimo il ritmo è un bisogno primario ed è ingrediente della ritualità. Ciò che ascoltiamo come ritmo musicale racchiude il segreto dell’ ancestrale appartenenza alla natura delle cose.